Nella Parrocchia di Gesù Redentore, a Salerno, il 9 giugno 2024, è stata inaugurata la Mostra “RitrattiAMOci”, quale momento conclusivo del primo anno di vita del gruppo Emmaus, costituitosi come risposta alle sollecitazioni di S.E. Monsignor Bellandi per sensibilizzare le comunità diocesane sul tema della disabilità.

Il Parroco, don Ciro Torre, non ha esitato a raccogliere l’invito e a realizzare concretamente anche il desiderio di papa Francesco di avere tra i catechisti persone con disabilità, testimoni -con la loro stessa esistenza- dell’unicità e del valore di ogni essere umano.

La mostra è allestita nei locali della Parrocchia di Gesù Redentore, ove sarà visitabile fino al 23 giugno, negli orari di apertura della chiesa.

Singolare è il titolo prescelto per l’evento: RitrattiAMOci, fusione e gioco di parole di tre termini: 1-Ritratti 2-Ritrattiamo 3-Amo.

Ciascuno di essi contribuisce a dare senso ai lavori esposti ovvero ai ritratti di alcuni componenti del gruppo Emmaus, abilmente realizzati dall’artista Luisa Galiano.

Quando ci si sposta dalla tavola dei primi piani a quella delle foto, ci si accorge che quei volti appartengono a persone con disabilità motoria, sedute in sedia a rotelle.

Da questa osservazione scaturisce una profonda riflessione di natura psicologica: quando incontriamo una persona con disabilità motoria, la nostra attenzione si focalizza principalmente sulla sedia a rotelle, lasciandoci percepire soltanto un «disabile». Ma se superiamo questo iniziale pregiudizio e ci intratteniamo a parlare con lei, il nostro campo visivo dapprima si allarga per abbracciare l’intera figura e poi si restringe, zoomando sul volto, espressione della identica umanità che ci accomuna.

Abbiamo ritrattato la nostra idea originaria.

Ogni volta che riusciamo a compiere questa inversione di pensiero, mettiamo in campo il nostro sentire, la nostra empatia verso l’altro. E qual è il sentimento più sublime che ci permette di riconoscere negli altri il nostro prossimo? L’amore, cioè  la terza parola contenuta nel titolo della mostra.

L’invito a visitarla è rivolto a tutti, ma soprattutto a quanti vogliano condividere l’esperienza di inclusione portata avanti dal gruppo Emmaus.