MASI Mons. Donato
Deceduto il 14 Giugno 1970
NECROLOGIO
Il 14 giugno 1970 si spegneva in Pandola di Mercato San Severino (SA). Era canonico teologo del Capitolo Metropolitano. Per ricordarne la figura e il suo servizio alla Chiesa e alle anime riportiamo alcuni tratti dell’elogio funebre pronunciato da Monsignor Arturo Carucci nel giorno delle solenni esequie. “Mons. Donato Masi nacque a Pandola il 5 aprile 1905. La chiamata del Signore l’avvertì presto ed eccolo nel Seminario Arcivescovile, nel quale si distinse per diligenza e volontà nello studio. D’intelligenza pronta, di memoria fortissima, fu un alunno modello, tanto che l’Arcivescovo di Salerno, Monsignor Grasso, decise di mandarlo al Seminario Regionale Campano a Posillipo, perché perfezionasse i suoi studi, sotto la guida dei Padri Gesuiti, i quali lo ebbero carissimo. La giovane età, dopo aver completato gli studi, ne ritardarono di alcuni mesi l’ordinazione sacerdotale, che gli fu conferita da Monsignor Grasso nel settembre 1927. Intanto conseguiva brillantemente la laurea in Teologia e Monsignor Grasso volle che gli restasse accanto nella segreteria arcivescovile negli ultimi anni della sua santa vita.
Monsignor Monterisi, che nel dicembre 1929 era succeduto al compianto Monsignor Grasso sulla Cattedra di S. Bonosio, ne apprezzò le doti di profonda cultura teologica. E quando il Canonico Teologo, Monsignor Pasquale Naddeo fu promosso Arcidiacono del Capitolo Primaziale, suggerì a don Donato Masi di presentarsi al concorso per Canonico Teologo della Cattedrale. Ed eccolo giovanissimo Canonico Teologo: era il novembre del 1935. E sono restate memorabili le lezioni teologiche tenute da lui nel Duomo di Salerno fino a quando la malattia non lo tolse a questo ministero di dottrina e di insegnamento. Monsignor Masi, sacerdote e canonico, fu un lavoratore instancabile. Alle 5 del mattino era già nel confessionile della Chiesa del Carmine in Salerno, della quale era stato fatto Rettore. Monsignor Monterisi volle che fosse lui ad organizzare l’Ufficio Catechistico diocesano, che poi diresse fino agli anni recenti, unitamente all’organizzazione del movimento degli insegnanti di Religione nelle Scuole Medie dell’Arcidiocesi. Monsignor Masi si prodigò sempre: noto predicatore, anche fuori della nostra Arcidiocesi, aveva una parola suadente, chiara, ma anche profonda e dotta; insegnante di Religione nell’Istituto Magistrale di Salerno per lunghi anni, fu apprezzato dai docenti e dagli alunni; professore nel Seminario Arcivescovile, dove era stato anche prefetto, passo poi al Seminario regionale, dove furono apprezzatissime le sue lezioni di canto sacro. E intanto trovata tempo di studiare e di scrivere. Frutto di tanto amore per le anime furono alcuni catechismi per le scuole elementari; ma dove si rivelò scrittore forbito e storico esatto fu nella poderosa vita di Monsignor Carlo Gregorio Maria Grasso: un formidabile lavoro della sua intelligenza e un tributo di grande affetto al santo Arcivescovo; un contributo di serietà storica per uno dei momenti più critici della vita italiana, vista attraverso Salerno e un presupposto insostituibile alla glorificazione di Monsignor Grasso, che tutti abbiamo nella speranza del nostro cuore.
Monsignor Moscato, di felice memoria, volle che Monsignor Masi avesse un pubblico riconoscimento delle sue opere di apostolato fecondo e ne promosse la nomina a Prelato Domestico di Sua Santità.
Il Signore, però preparava al suo degno sacerdote un premio umanamente diverso e divinamente misericordioso: la sofferenza. Gli chiuse il mondo attorno, provandolo nella sua dote più appariscente: la memoria. Visse così ancora per anni in un mondo tutto suo, nel quale nulla gli diceva quanto accadeva dintorno e tutto registrava la bontà infinita di Dio, che gli preparava il premio eterno nel Cielo”