D’ELIA Mons. Italo
Ordinazione Sacerdotale: 29 Giugno 1946
Deceduto il 25 Marzo 2017
NECROLOGIO
Il 25 marzo 2017, nella sua abitazione di Via Nizza in Salerno, si è spento mons. Italo D’Elia. Nacque a Giffoni Sei Casali (SA) il 27.08.1923. Ordinato nella chiesa Cattedrale di Salerno il 29.06.1946 dal Vescovo di Salerno Demetrio Moscato. Subito dopo l’ordinazione fu nominato vice rettore presso il Seminario diocesano e asssitente diocesano della gioventù di Azione Cattolica. In seguito fu parroco presso la Parrocchia di S. Bartolomeo in Eboli dal 1950 al 1954 e di S. Maria della Pietà in Eboli dal 1954 al 1978. Fu nominato vicario generale per la Diocesi di Campagna nel 1972 fino al 1978. Successivamente fu nominato vicario generale per la Diocesi di Salerno dal 1978 al 1982. Nel 1978 fu nominato anche canonico del Capitolo Cattedrale di Salerno, di cui divenne presidente nel 1997, e rettore della chiesa del Carmine in Salerno. Dal 1998 al 2007 fu nominato vicario episcopale per l’Evangelizzazione.
Durante il suo funerale, don Alfonso Raimo, parroco attuale a San Bartolomeo, ha dichiarato in riferimento a don Italo: «Il suo contributo è stato notevole non solo per la Chiesa, ma per la storia di Eboli. Sotto il suo impulso è iniziata la ricostruzione morale di una città distrutta e ferita dai bombardamenti della seconda guerra mondiale». «Dopo la guerra non c’erano solo le macerie, ma l’urgenza di una ricostruzione integrale delle comunità. Lui è stato – prosegue don Alfonso – uno dei protagonisti in questo senso, prendendo subito in consegna i giovani ed ha educato intere generazioni non solo di cristiani impegnati, ma anche di protagonisti della vita politica. Con la sua azione pastorale nella chiesa di Santa Maria della Pietà sotto certi aspetti ha anche preceduto il Concilio. È stato moderno e lungimirante, sin dagli inizi del suo sacerdozio».
Durante il suo funerale, don Alfonso Raimo, parroco attuale a San Bartolomeo, ha dichiarato in riferimento a don Italo: «Il suo contributo è stato notevole non solo per la Chiesa, ma per la storia di Eboli. Sotto il suo impulso è iniziata la ricostruzione morale di una città distrutta e ferita dai bombardamenti della seconda guerra mondiale». «Dopo la guerra non c’erano solo le macerie, ma l’urgenza di una ricostruzione integrale delle comunità. Lui è stato – prosegue don Alfonso – uno dei protagonisti in questo senso, prendendo subito in consegna i giovani ed ha educato intere generazioni non solo di cristiani impegnati, ma anche di protagonisti della vita politica. Con la sua azione pastorale nella chiesa di Santa Maria della Pietà sotto certi aspetti ha anche preceduto il Concilio. È stato moderno e lungimirante, sin dagli inizi del suo sacerdozio».