BARRA Don Giuseppe
Ordinazione Sacerdotale: 19 Giugno 1943
Deceduto il 19 Giugno 1980
NECROLOGIO
II 19 giugno 1980 si spegneva serenamente a Salitto il Parroco don Giuseppe Barra.
Il rito delle esequie si è svolto a Salitto con una concelebrazione presieduta da Mons. Arcivescovo, che ha dato l’ultimo saluto al defunto. Parecchi Sacerdoti sono intervenuti al sacro rito o concelebrando o assistendo.
Don Giuseppe Barra era nato a S. Cipriano Picentino il 20 febbraio 1916; compi tutti gli studi nel Seminario minore diocesano e in quello maggiore regionale. Fu ordinato Sacerdote il 29 giugno 1943.
Il suo curriculum è piuttosto semplice: l’anno dopo la sua ordinazione fu inviato Parroco nella piccola parrocchia di Torello di Montecorvino Pugliano; nel 1946 fu mandato Parroco a Salitto di Olevano sul Tusciano, dove è restato fino alla morte.
Per 34 anni don Barra ha annunziato il Vangelo, ha santificato con i Sacramenti, ha ammonito per il bene delle anime, ha guidato il popolo nella vita cristiana, ha educato tutti alla fedeltà alla Chiesa e all’amore al Papa.
Per due volte, nel 1973 e nel 1975, resasi vacante la vicina piccola parrocchia di Valle, egli fu Vicario Economo di quella parrocchia.
È stato per decenni il Vicario Foraneo della Vicaria di Olevano sul Tusciano. Quando nel 1972 Mons. Arcivescovo eresse la Vicaria Foranea di Battipaglia, don Barra per due anni ne fu il primo Vicario Foraneo. Due anni fa Mons. Arcivescovo lo nominò pure Vicario Foraneo della Vicaria di Montecorvino Rovella.
Era l’uomo dell’ubbidienza: diceva sempre di si al suo Vescovo; era uomo di intensa preghiera, di grande testimonianza sacerdotale, di grande semplicità. Egli considerava l’ubbidienza virtù essenziale in un ministro di Cristo. Fu ammirevole nella sua lunga malattia, che sopportò non solo con cristiana rassegnazione, ma col sorriso sulle labbra.
Poche sono le sue lettere. In data 21 febbraio di quest’anno 1980 egli scrisse a Mons. Arcivescovo: «Nel giorno della mia orinazione sacerdotale proposi di non chiedere mai alcuna cosa per me; sino ad ora, grazie a Dio, ho mantenuto tale promessa. Offro la mia sofferenza per il bene della diocesi e per le vocazioni sacerdotali. Bisogna tener duro finché il Signore non susciti chi debba sostituirci nel lavoro apostolico».
Il popolo di Salitto grato per i 34 anni di parrocato di Don Giuseppe gli ha tributato una manifestazione sincera e comune di affetto mista a profonda commozione. Ci conforta la sua intercessione presso Dio nei regni celesti ed eterni.
Il rito delle esequie si è svolto a Salitto con una concelebrazione presieduta da Mons. Arcivescovo, che ha dato l’ultimo saluto al defunto. Parecchi Sacerdoti sono intervenuti al sacro rito o concelebrando o assistendo.
Don Giuseppe Barra era nato a S. Cipriano Picentino il 20 febbraio 1916; compi tutti gli studi nel Seminario minore diocesano e in quello maggiore regionale. Fu ordinato Sacerdote il 29 giugno 1943.
Il suo curriculum è piuttosto semplice: l’anno dopo la sua ordinazione fu inviato Parroco nella piccola parrocchia di Torello di Montecorvino Pugliano; nel 1946 fu mandato Parroco a Salitto di Olevano sul Tusciano, dove è restato fino alla morte.
Per 34 anni don Barra ha annunziato il Vangelo, ha santificato con i Sacramenti, ha ammonito per il bene delle anime, ha guidato il popolo nella vita cristiana, ha educato tutti alla fedeltà alla Chiesa e all’amore al Papa.
Per due volte, nel 1973 e nel 1975, resasi vacante la vicina piccola parrocchia di Valle, egli fu Vicario Economo di quella parrocchia.
È stato per decenni il Vicario Foraneo della Vicaria di Olevano sul Tusciano. Quando nel 1972 Mons. Arcivescovo eresse la Vicaria Foranea di Battipaglia, don Barra per due anni ne fu il primo Vicario Foraneo. Due anni fa Mons. Arcivescovo lo nominò pure Vicario Foraneo della Vicaria di Montecorvino Rovella.
Era l’uomo dell’ubbidienza: diceva sempre di si al suo Vescovo; era uomo di intensa preghiera, di grande testimonianza sacerdotale, di grande semplicità. Egli considerava l’ubbidienza virtù essenziale in un ministro di Cristo. Fu ammirevole nella sua lunga malattia, che sopportò non solo con cristiana rassegnazione, ma col sorriso sulle labbra.
Poche sono le sue lettere. In data 21 febbraio di quest’anno 1980 egli scrisse a Mons. Arcivescovo: «Nel giorno della mia orinazione sacerdotale proposi di non chiedere mai alcuna cosa per me; sino ad ora, grazie a Dio, ho mantenuto tale promessa. Offro la mia sofferenza per il bene della diocesi e per le vocazioni sacerdotali. Bisogna tener duro finché il Signore non susciti chi debba sostituirci nel lavoro apostolico».
Il popolo di Salitto grato per i 34 anni di parrocato di Don Giuseppe gli ha tributato una manifestazione sincera e comune di affetto mista a profonda commozione. Ci conforta la sua intercessione presso Dio nei regni celesti ed eterni.