BALSAMO Don Francesco
Ordinazione Sacerdotale: 19 Settembre 1905
Deceduto il 20 Gennaio 1973
NECROLOGIO
Il Signore, nella Sua Misericordia, ha chiamato al premio eterno, il 20 gennaio 1973, il M. R. Don Francesco Balsamo, carico di età, essendo nato a Banzano di Montoro il 27 maggio 1882, e carico anco più di meriti dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini. E furono numerosi i sacerdoti alle sue esequie in Montoro, con Monsignor Arcivescovo, il Seminario Arcivescovile e grana folla. Un omaggio, riverente, spontaneo, sentito.
Don Balsamo compi gli studi ecclesiastici nel Collegio Leone XIII e fu ordinato sacerdote da Monsignor Laspro il 19 settembre 1905. Esercitò il sacro ministero prima in Salerno, poi presso la Badia di Cava, finché Monsignor Grasso lo chiamò al Seminario Arcivescovile nel 1919 quale Prefetto d’Ordine, dopo averlo nominato Mnasionrio del Duomo. Nel Seminario don Balsamo restò fino al 1930.
Continuò il suo ministero in Duomo e in Città; poi, ormai molto avanti negli anni, ritirò nella natia Montoro, dove sereno venne il suo definitivo incontro con Dio.
“Don Ciccio”, come da tutti era chiamato, aveva profondo nel cuore il senso dell’apostolato, della generosità e del sorriso: e lo espresse con semplicità nel Seminario, tra i poveri e tra gli umili. Nessuno lo avvicinò senza trarne profitto: spirituale attraverso la parola chiara, persuasiva, fatta soprattutto di buon senso; materiale, perché mai negò il suo aiuto. Non sono pochi i Sacerdoti del nostro Clero che lui stesso aiutò con generosità fino al sacrificio; sono tanti i poveri che hanno trovato in lui un cuore di padre. E lui dava senza chiedere nulla in cambio.
Il Cardinal Castaldo, col quale fu cappellano nella Grande Guerra, lo definì “balsamo di nome e di fatto”. È forse l’elogio più completo dell’indimenticabile “don Ciccio”: far del bene, sollevare chi soffre, accogliere tutti col sorriso.
Don Balsamo compi gli studi ecclesiastici nel Collegio Leone XIII e fu ordinato sacerdote da Monsignor Laspro il 19 settembre 1905. Esercitò il sacro ministero prima in Salerno, poi presso la Badia di Cava, finché Monsignor Grasso lo chiamò al Seminario Arcivescovile nel 1919 quale Prefetto d’Ordine, dopo averlo nominato Mnasionrio del Duomo. Nel Seminario don Balsamo restò fino al 1930.
Continuò il suo ministero in Duomo e in Città; poi, ormai molto avanti negli anni, ritirò nella natia Montoro, dove sereno venne il suo definitivo incontro con Dio.
“Don Ciccio”, come da tutti era chiamato, aveva profondo nel cuore il senso dell’apostolato, della generosità e del sorriso: e lo espresse con semplicità nel Seminario, tra i poveri e tra gli umili. Nessuno lo avvicinò senza trarne profitto: spirituale attraverso la parola chiara, persuasiva, fatta soprattutto di buon senso; materiale, perché mai negò il suo aiuto. Non sono pochi i Sacerdoti del nostro Clero che lui stesso aiutò con generosità fino al sacrificio; sono tanti i poveri che hanno trovato in lui un cuore di padre. E lui dava senza chiedere nulla in cambio.
Il Cardinal Castaldo, col quale fu cappellano nella Grande Guerra, lo definì “balsamo di nome e di fatto”. È forse l’elogio più completo dell’indimenticabile “don Ciccio”: far del bene, sollevare chi soffre, accogliere tutti col sorriso.