Per introdurre il tema della formazione utilizzo il celebre versetto del capitolo 3 di Gv dell’incontro tra Gesù e Nicodemo per evidenziare subito che lo Spirito Santo guida la Chiesa e la apre alla necessità di giungere alla verità tutta intera e saperla anche comunicare al mondo. Tra i prodigi della Pentecoste, infatti, vi è proprio l’immagine di una Chiesa che esce da se stessa e si fa capire da tutti. Il mondo complesso e variegato degli inizi è simile al nostro attuale contesto; ma allo stesso tempo evidenziamo che se, all’epoca, le diatribe e le difficoltà dell’inculturazione del Vangelo furono man mano superate grazie anche alla permeabilità delle culture pagane che avevano maturato alcune concezioni filosofiche e valoriali affini al cristianesimo nascente, oggi i paradigmi e gli alfabeti che delineano per l’uomo il senso del suo eeser-ci non sono propriamente un terreno permeabile a tutto il patrimonio cristiano costruito in duemila anni. La questione, soprattutto antropologica, pone questioni inaudite fino a pochi decenni fa: possiamo dire di vivere in un mondo post- qualcosa ma non è assolutamente chiaro quali ne siano le caratteristiche e i risultati: probabilmente questa fragilità strutturale è proprio il segno permanente di questa epoca di cambiamenti profondissimi.
Di seguito la relazione colpita: