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Le Aggregazioni Laicali della comunità ecclesiale salernitana si stringono intorno a S.E. Mons. Luigi Moretti e gli manifestano il proprio affetto filiale in occasione dei tristi eventi verificatisi durante la processione del Santo Patrono.
Esse lo ringraziano per la testimonianza di amore a Cristo Signore, per il servizio offerto con generosità apostolica a tutta la comunità e, in particolare, per il suo impegno pastorale coerente con l’insegnamento di Papa Francesco e volto ad un ritorno all’essenzialità della fede in Gesù, condizione decisiva per l’edificazione di una nuova umanità.
Il dolore del nostro Vescovo è divenuto il dolore di ciascuno di noi, la ferita aperta nel costato della comunità ecclesiale una ferita per l’intera comunità civile, come testimoniano in questi giorni gli attestati di stima e di affetto da parte di tanti laici credenti e non credenti.
L’educazione al bene comune è il punto di partenza di un nuovo cammino del popolo salernitano. Come ci ricordava Mons. Moretti durante il Pontificale in onore di San Matteo, nella società non c’è pace senza giustizia e nel contempo non c’è giustizia senza misericordia.
Le Aggregazioni Laicali auspicano, pertanto, una rinnovata concordia nella società civile salernitana ispirata a sentimenti di carità e profonda solidarietà e, in tal senso, invitano tutti a partecipare alla Veglia di Preghiera prevista per martedì 30 settembre 2014 alle ore 20 presso la Cattedrale Primaziale di Salerno.
Ai.BI. Amici dei Bambini | Gruppi di Preghiera Padre Pio |
Apostolato della Preghiera | Incontro Matrimoniale |
Associazione Alleanza Cattolica | Istituto Santa Famiglia |
Associazione Cooperatori Paolini | Istituto Secolare Maria Madre del Redentore |
Associazione Cooperatori Salesiani | Laicato Saveriano Ad Gentes |
Associazione Dives in Misericordia | Legio Mariae |
Associazione Don Giovanni Pirone | Movimento Apostolico |
Associazione Genitori Scuole Cattoliche | MAC – Movimento Apostolico Ciechi |
AGESCI – Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani | MCL – Movimento Cristiani Lavoratori |
Associazione Italiana Guide e Scout d’Europa Cattolici | Movimento dei Focolari |
Associazione Italiana Maestri Cattolici | MIEAC – Movimento Impegno Educativo Azione Cattolica |
Associazione Mariana Assistenza Sollievo Infermi | MEIC – Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale |
Associazione Medici Cattolici Italiani | Movimento Pro Sanctitate |
ANSPI – Associazione Nazionale San Paolo Italia | Movimento Rinascita Cristiana |
Associazione Scienza e Vita | MLAC – Movimento Lavoratori Azione Cattolica |
Associazione Volontari Penitenziari Cattolici | MSAC – Movimento Studenti Azione Cattolica |
ACLI – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani | Oasi Mariana |
Azione Cattolica Italiana | Opera Maria Vergine e Madre |
Centro Iride | OFS – Ordine Francescano Secolare |
CIF – Centro Italiano Femminile | Ordine Secolare Servi di Maria |
Centro La Tenda | Patronato Assistenza Spirituale Forze Armate |
Centro per la Vita “Il Pellicano” | Rinnovamento nello Spirito |
CSI – Centro Sportivo Italiano | Serra Club |
CVS – Centro Volontari della Sofferenza | Terzo Ordine Carmelitano |
Comunione e Liberazione | Testimoni del Risorto |
Comunità Neocatecumenali | Unione Ex Allievi Don Bosco |
Forum Provinciale Associazioni Familiari | Unione Giuristi Cattolici Italiani |
Fraternità di Emmaus | UNITALSI – Unione Naz. Italiana Trasporti Ammalati Lourdes e Santuari Inter.li |
GIFRA – Gioventù Francescana |

Intervista a S. E. Mons. Luigi Moretti Arcivescovo metropolita di Salerno-Campagna-Acerno sulla processione di San Matteo 2014. Intervista realizzata dal Paolo Romano.

Nota della Conferenza Episcopale Campana riguardante la Processione di San Matteo a Salerno.
I Vescovi della Campania esprimono amarezza e solidarietà all’Arcivescovo di Salerno, Mons. Luigi Moretti, per quanto è avvenuto nel corso della processione di S. Matteo a Salerno. L’amarezza corrisponde al constatare «una vera e propria ferita inferta ad una Chiesa che venera intensamente i suoi Santi» e che atteggiamenti pretestuosi e prese di posizione ingiustificate hanno decisamente deturpato nel suo autentico volto mentre si cercava di vivere «una serena e gioiosa esperienza di fede nell’autenticità della tradizione cristiana».
La processione è testimonianza di fede: vede tutte le componenti ecclesiali impegnate, insieme, in «un cammino che aiuti tutti a vivere la bellezza dell’essere cristiani e a fare della venerazione dei Santi una concreta occasione di crescita», personale e comunitaria. L’amarezza per una Chiesa ferita nella sua autenticità, mentre promuove una coerente “valorizzazione della pietà popolare» la quale «difficilmente può armonizzarsi, confondersi o scendere a compromessi con prassi che derivano da forme di sincretismo magico-religioso e di ritualismo prive di spessore ecclesiale e spirituale».
Quanto è accaduto, ben oltre l’amarezza, esige rinnovato vigore nel cammino di evangelizzazione, teso a promuovere e valorizzare autenticamente la pietà popolare. È necessario, ai vari livelli di responsabilità ecclesiale e sociale, incentivare un cammino di approfondimento per ridurre le zone d’ombra che tradiscono la qualità autentica della pietà popolare, per evitare che alcune «feste popolari nella nostra regione abbiano solo la parvenza del sacro»; siano «svuotate del loro contenuto Cristiano» e, di fatto, «non rendono credibile la fede agli occhi dei lontani».
E’ quanto ci viene indicato dal Documento dei Vescovi della Campania, il quale non vuole in alcun modo inibire la sensibilità veramente popolare dei fedeli ma chiede che «le feste religiose siano autentiche celebrazioni di fede incentrate nel mistero di Cristo e siano purificate da infiltrazioni profane».
Tali indicazioni, che l’Arcivescovo di Salerno ha fatto proprie, devono essere accolte dai fedeli evitando atteggiamenti supponenti e pretestuosi, che di fatto snaturano e offendono la natura stessa della fede popolare.
I Vescovi della Campania auspicano che le manifestazioni del culto popolare siano sempre più espressioni autentiche e comunitarie di vera fede e testimonianza dei genuini sentimenti religiosi della comunità.
I Vescovi della Campania

Lettera di don Biagio Napoletano, Vicario Generale, circa i recenti avvenimenti riguardanti la processione di San Matteo.
Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno
Il Vicario Generale
Al Popolo di Dio che è in Salerno-Campagna-Acerno
La Chiesa di Salerno-Campagna-Acerno gioisce per la corale partecipazione del popolo di Dio alla festa del Santo Patrono, San Matteo Apostolo ed Evangelista. Non possiamo tuttavia nascondere, come comunità ecclesiale, tristezza e dispiacere per quanto accaduto durante la processione e, in particolare, per la grave profanazione della sacralità di una celebrazione religiosa. E’ evidente, pertanto, che la vera questione in gioco non è la difesa d’ufficio della persona del Vescovo, ma prendere atto di una vera e propria ferita inferta ad una Chiesa che venera intensamente i suoi Santi. Ci sembra opportuno ribadire che l’obiettivo dei reiterati incontri avvenuti nel corso dell’anno con gli amici portatori era e resta la volontà di aiutare le persone a vivere una serena e gioiosa esperienza di fede nell’autenticità della tradizione cristiana, animando il tragitto con preghiere dedicate alle diverse componenti della società.
Un vivo ringraziamento va a quanti hanno accolto e sostenuto questa proposta pastorale, tra cui è giusto citare la Guardia di Finanza che ha mostrato fin dall’inizio leale collaborazione.
Comprendo, d’altro canto, il rammarico e la delusione del nostro Pastore nei confronti di quanti hanno tradito gli impregni assunti a più riprese, stravolgendo pretestuosamente le modalità concordate e trasformando un momento itinerante di preghiera in uno spettacolo irriverente dal punto di vista umano e spirituale.
Tutto ciò, se da un lato non può che essere condannato, dall’altro deve necessariamente essere motivo per aprirsi ad una prospettiva di riconciliazione nella verità e di impegno formativo di carattere religioso per il futuro.
Siamo pronti a ricominciare insieme un cammino che aiuti tutti a vivere la bellezza dell’essere cristiani e a fare della venerazione dei Santi una concreta occasione di crescita personale.
Salerno, 23 settembre 2014
Sac. Biagio Napoletano


Non si tratta, all’indomani di vicende a dir poco bizzarre, di assurgere a giudici degli altri ma, sempre nella carità e nella amorevole correzione fraterna, di fare i conti con la verità. Anche in questo caso, va sempre operata una distinzione tra errore ed errante. Verso chi sbaglia, spesso in buona fede o infervorato dalle circostanze, bisogna saper esercitare l’amore fraterno, sempre riconoscendogli la dignità di figlio di Dio. Ma, proprio per questo, rispetto a certe cadute di tono, talvolta ai limiti della legalità, va espresso senza esitazione il proprio disappunto, la propria amarezza e, con coraggio profetico, la propria contrarietà. Non ci si può nascondere dietro un silenzio complice. Una fede pienamente vissuta, infatti, tende sempre a trovare motivi per riconciliarsi con le persone ma difficilmente può armonizzarsi, confondersi o scendere a compromessi con prassi che derivano da forme di sincretismo magico-religioso e di ritualismo bigotto prive di spessore ecclesiale e spirituale. Tolto il contenuto a un recipiente, rimane un contenitore traboccante di sola vacuità.
La comunità credente deve seriamente interrogarsi su fenomeni del genere, per anni superficialmente avallati, e rigenerarsi ad una fede sempre più evangelicamente fondata, aiutando se stessa a ritrovare una pienezza di ecclesialità e offrendo ilproprio contributo affinché la comunità civile possa riscoprire nel suo insieme quei sacrosanti valori etici che fondano la convivenza sociale.
Mi chiedo, allora, se in questa circostanza ci sia stata solo una mancata manifestazione della fede o forse anche e specialmente un difetto di senso civico. Mi sembra quanto mai opportuno considerare, a tal proposito, le parole di Papa Francesco, pronunciate durante la sua visita in Albania, ma quanto mai illuminanti per una situazione critica come la nostra, che dobbiamo tuttavia saper trasformare in una grande opportunità di crescita umana e spirituale. Il Pontefice afferma con decisione che nessuno deve «farsi scudo di Dio mentre progetta e compie atti di violenza e sopraffazione». Parafrasandolo, possiamo dire che nessuno deve farsi scudo di statue sacre per osannare la propria prepotenza. E’ violenza, sebbene psicologica, fischiare come allo stadio, minacciare, non rispettare le indicazioni di chi ha competenza in materia liturgica. Le nostre statue possono rifulgere di argento, avere addobbi preziosi, ma non sono nulla senza la luce di quello Spirito della Vita che alberga nella coscienza dell’uomo e anima la sua fede. Se dietro il simulacro non c’è più l’immagine vera del Dio trinitario, quello adorato da San Matteo, tutto si riduce drammaticamente a pura apparenza,a desolante vanità, a sottile potere autoreferenziale e autocelebrativo. E non serve invocare una presunta sovranità del popolo. Anche Israele, ricordo a tutti, abdicò al suo Signore per adorare un vitello d’oro. L’idolatria è profondamente contraria alla fede e non si può far finta di niente quando vengono tradite le istanze di fondo che dovrebbero muovere la sua testimonianza pubblica, come nel caso di una processione.
Parlo di una fede costruttivamente dialogante, che non può però prescindere da una precisa identità. E questa identità, “cristiana”, deve dettare i criteri cui ispirarsi nel celebrare i sacramenti. Un’identità da anni profanata, vilipesa, non rispettata da una impropria commistione di sacro e profano, difesa in nome di una non ben identificata tradizione. Ma quale tradizione? E quale popolo? Quello credente o quello miscredente che vuole assoggettare alle proprie “credenze” e prassi i valori alti del Vangelo, che invoca una tradizione ordinariamente ignorata e disertata.
Perché invece di prestare morbosa attenzione agli schiamazzi dei facinorosi, non si ascoltano i sentimenti di tanta gente che sta alla larga dai clamori di qualsiasi tipo? Perché non si guardano i volti di tanti fedeli e di tanti ammalati che hanno versato lacrime per questo scempio da mercanti nel tempio. C’è solo un popolo legittimato a pronunciarsi in materia di processioni: è quello che sente di appartenere vitalmente e responsabilmente alla Chiesa di Cristo Gesù, che vive ogni giorno nella preghiera e nella misericordia, che rispetta i suoi Pastori come ministri di Dio, che semmai esprime il dissenso nei modi civili che si confanno ad uno stile realmente evangelico.
A noi laici credenti tocca il compito, il giorno dopo, di ricominciare ad essere comunità educante in ogni ambito della vita, di rifondare le ragioni del nostro credere, di rafforzare l’autenticità dell’istanza religiosa accanto alla maturità del senso civico.
All’indomani di quanto è accaduto, non si tratta di schierarsi da una parte contro l’altra, ma di guardare in modo rinnovato alla radice del credere, all’istanza di fondo dei gesti che rendiamo visibili a gloria di Dio. Direi allora che esprimere davvero solidarietà al Vescovo di una Chiesa ferita nella sua sensibilità da questi eccessi stravaganti, significa oggi accogliere il suo invito alla misericordia e alla costruzione di una comunità unita, ristabilire sapientemente la concordia nel rispetto reciproco, nella verità, nell’identità e nella convivialità delle differenze, guardando insieme al bene comune come un valore irrinunciabile che tutti siamo chiamati a custodire.
(Segretario Consulta Aggregazioni Laicali)