“Carissimi amici, desidero esprimere a tutti il mio grazie più sincero per la bella e luminosa testimonianza di fede manifestata in occasione dei festeggiamenti del nostro Patrono San Matteo”.Inizia così la lettera che l’arcivescovo Luigi Moretti ha voluto indirizzare ai fedeli dell’Arcidiocesi di Salerno-Campgna-Acerno, e in particolare ai salernitani, dopo i festeggiamenti dell’Apostolo ed Evangelista. Il tono paterno è quello di un pastore che ha sempre cercato il dialogo con tutte le componenti ecclesiali al fine di mettere in pratica gli indirizzi dettati dalla Conferenza episcopale campana utili a restituire alle processioni il loro significato originale. Mons. Moretti ci è riuscito, la processione è stata un corteo orante aiutato anche dall’imponente impianto di diffusione che ha permesso di pregare a tutti, ovunque si trovassero lungo l’intero percorso.
Toccante il momento di preghiera davanti il mare che bagna Salerno, oltre alla tradizionale invocazione di protezione, per quanti in mare lavorano e da esso traggono di che vivere, quest’anno si sono ricordate le vittime tra i naufragi che tentano di giungere sulle coste italiane.
Molto sentita anche la benedizione nella casa comunale con la reliquia principale di S. Matteo, il braccio, attraverso la quale l’Arcivescovo in modo simbolico ha voluto entrare in tutte le case degli abitanti della città.
“Ho avvertito la sentita partecipazione delle autorità civili e militari, delle altre istituzioni presenti, dei portatori e delle migliaia di cittadini che hanno voluto partecipare con la loro preghiera alle celebrazioni” – continua Mons. Moretti – riconoscendo la partecipazione corale all’evento religioso.
L’Arcidiocesi desidera, in tal modo, essere sempre più il riflesso di quell’umanità nuova annunciata nel Vangelo ponendosi, sull’esempio dell’Apostolo Matteo, al servizio dei fratelli nell’edificazione di una società più giusta.
Di qui l’appuntamento che l’arcivescovo Luigi Moretti ha dato ai fedeli, quello del 13 dicembre alle presso la Cattedrale dei santi Matteo e Gregorio Magno, per la solenne apertura della Porta Santa per vivere in comunione con Papa Francesco l’anno giubilare della misericordia.