Dal 1° gennaio 2019 è entrato in vigore il sistema della “fatturazione elettronica”.
Anche gli Enti ecclesiastici sono obbligati ai nuovi adempimenti ma occorre valutare la situazione del proprio Ente in quanto, come vedremo di seguito, sono previsti Comportamenti e adempimenti diversi in funzione del fatto che la Parrocchia sia in possesso o non sia in possesso di partita IVA:
- l’Ente ecclesiastico che svolge unicamente attività istituzionale di religione e culto, in possesso del solo Codice Fiscale, è da assimilarsi ad una persona fisica (consumatore finale);
- l’Ente ecclesiastico che, oltre all’attività istituzionale di religione e culto svolge una o più attività commerciali, quindi in possesso anche di partita IVA, è da assimilarsi ad un’azienda che svolge attività commerciale (soggetto passivo IVA) relativamente a tali attività.
TIPOLOGIA DI FATTURAZIONE
- B2B – equivale all’espressione Business to Business.
Si tratta di una fattura tra due soggetti che svolgono, anche in via non esclusiva, un’attività commerciale (es.: aziende, enti pubblici, professionisti, ecc.). Relativamente agli Enti ecclesiastici, B2B può esistere solo nel caso di una Parrocchia con partita IVA (scuola, cinema, teatro, casa di riposo, ecc.) che provveda ad emettere fattura a un’altra realtà con partita IVA oppure che riceve una fattura da un’azienda o da un professionista a seguito dell’acquisto di beni o servizi nell’ambito della propria attività commerciale.
- B2C – equivale all’espressione Business to Consumer.
Si tratta di una fattura tra un soggetto che svolge un’attività commerciale e un consumatore finale. È il caso di tutte le fatture che verranno inviate alla Parrocchia per il solo ramo istituzionale. La Parrocchia per la sua attività di culto e pastorale (ovvero quando agisce unicamente con il solo codice fiscale per le sue attività proprie) è da intendersi un consumatore finale. Ovviamente, in questo caso la Parrocchia non può emettere fattura, non è in possesso di partita IVA, ma riceverà fatture da terzi per i servizi richiesti.
ENTI IN POSSESSO DEL SOLO CODICE FISCALE
La Parrocchia in possesso del solo codice fiscale è da intendersi un consumatore finale (che acquista il bene o il servizio al di fuori di un’attività commerciale o professionale), conseguentemente non deve comunicare al fornitore né un indirizzo di PEC, né un Codice Destinatario.
Il fornitore deve redigere la fattura con il sistema informatico e nel campo Codice Destinatario indicherà 0000000. Inoltre il fornitore deve inviare la fattura tramite SdI (Sistema di Interscambio flussi dati) ma deve consegnare alla Parrocchia una copia su carta e deve ricordargli che la fattura originale è quella elettronica che può essere consultata e scaricata dall’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate.
In sostanza per le Parrocchie o Enti Ecclesiastici che svolgono unicamente attività istituzionale, non cambia nulla nel concreto (la fattura deve continuare a essere su carta e consegnata a mano, per posta o via mail normale, non PEC).
La fattura originale (che può servire per eventuali detrazioni fiscali, garanzie di acquisti, ecc.) è da considerarsi unicamente quella elettronica conservata all’interno del sito dell’Agenzia delle Entrate nell’area di accesso dedicata.
ENTI IN POSSESSO, OLTRE CHE DEL CODICE FISCALE, ANCHE DI PARTITA IVA
In questo caso la Parrocchia o l’Ente ecclesiastico si potrà trovare in tre situazioni:
1. ricevere una fattura da parte di terzi (professionisti e/o aziende);
2. emettere una fattura a un’impresa o azienda (ovvero a un altro soggetto con partita IVA);
3. emettere una fattura a un consumatore finale ovvero a un soggetto non in possesso di partita IVA come ad esempio una persona fisica che eventualmente richiede fattura perché ha iscritto il bambino alla scuola.
In questo caso la Parrocchia, per l’attività che esercita nel ramo commerciale, è tenuta ad agire come tutti i soggetti in possesso di partita IVA e conseguentemente a seguire l’iter richiesto dalla normativa e ad attivarsi per l’emissione della fattura elettronica.